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Prolegomeni per una Sanità post lockdown

  • Ultima modifica dell'articolo:Ottobre 19, 2023

Prolegomeni… non spaventi il temine. E’ una parola arcaica, difficile, poco utilizzata è vero, ma utile perché adeguata ai tempi

Prolegomeni: «dire prima», esposizione preliminare dei principî o proposizioni fondamentali di una dottrina o di una disciplina, che s’intende svolgere più sistematicamente, altrove o in seguito; anche, introduzione sistematica a un problema o a una disciplina (vocabolario Treccani.it).

Da dove iniziamo?

Il Coronavirus ci ha catapultati in uno scenario surreale, costringendoci a rivedere abitudini e regole di convivenza sociale.

Il virus ci ha colti impreparati: molti gli errori compiuti a cui rimediare.

L’occasione coincide con la ripresa delle attività produttive sospese ma già ci troviamo di fronte a un bivio: saremo capaci stavolta di coniugare salute e lavoro in modo equilibrato?
Tutto dipenderà dall’attenzione con cui verranno gestiti i rischi sui luoghi di lavoro nel rispetto della normativa sulla salute e sicurezza sul lavoro.

Le strutture sanitarie, al pari di qualsiasi datore di lavoro, sono garanti ex lege dell’incolumità fisica dei medici, infermieri e operatori sanitari (art. 2087 cod. civ) e devono rispettare anche la disciplina di settore sulla salute e sicurezza sul lavoro codificata nel D.lgs. 81/2008.

L’esposizione ad agenti biologici (intesi come qualsiasi microrganismo capace di provocare infezioni, allergie o intossicazioni) nel caso delle strutture sanitarie costituisce tradizionalmente un rischio (professionale) specifico per la salute e sicurezza dei lavoratori, di cui bisogna tenerne conto nell’elaborazione del documento di valutazione dei rischi aziendale (DVR).

Il coronavirus non fa eccezione al dettato normativo e le strutture sanitarie dovranno adeguarsi, aggiornando il DVR.
Operativamente si tratta di valutare la pericolosità del coronavirus (in termini di infettività, patogenicità, trasmissibilità e neutralizzabilità), classificandolo all’interno di uno dei quattro gruppi di rischio previsti dal D.lgs. 81/2008, Titolo X, art. 268, secondo la gravità del relativo rischio di infezione e il potenziale rischio di contrarre la malattia nello svolgimento della mansione lavorativa.

Qualche Regione, in modo troppo ottimista, ha ricondotto il Covid-19 alla stessa classe di rischio dei coronaviridae che, nell’Allegato XLVI del D.lgs. n. 81/2008 è inquadrato nel gruppo 2, definito dall’art. 268 co 1 lett. b) come “un agente che può causare malattie in soggetti umani e costituire un rischio per i lavoratori; è poco probabile che si propaga nella comunità; sono di norma disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche”.

Dal primo caso noto fino ad oggi, la comunità scientifica ha raccolto molti elementi utili per conoscere un più a fondo il Covid 19.

A mio avviso è più realistico classificare il coronavirus nel gruppo 4 (rischio massimo), trattandosi di “un agente biologico che può provocare malattie gravi in soggetti umani e costituisce un serio rischio per i lavoratori e può presentare un elevato rischio di propagazione nella comunità; non sono disponibili, di norma, efficaci misure profilattiche o terapeutiche», secondo la definizione normativa del citato art. 268 co 1 lett. d).

In base ai fattori di rischio accertati, le strutture sanitarie dovranno seguire i principi di buona prassi microbiologica, adottando idonee misure di protezione e di prevenzione per eliminare (o ridurre al minimo) il rischio di infezione sui luoghi di lavoro.

A tal ultimo proposito, potrà essere necessario rivedere, ad esempio, l’organizzazione del lavoro per prevenire i rischi di esposizione al contagio da Covid -19 dovuto ad un maggior afflusso dei lavoratori e degli utenti presso le strutture con la ripresa delle attività produttive, nonché con la riapertura delle attività ambulatoriali e la ripresa delle visite specialistiche.
Certo è che si richiede alle strutture sanitarie una condotta attiva nella prevenzione e nella valutazione del rischio di contaminazione da Covid 19 nei locali aziendali.

Altro aspetto estremamente delicato e importante che dovrà giocoforza essere oggetto di aggiornamento nella valutazione del rischio da parte delle strutture sanitarie è lo stress da lavoro correlato.

Non dobbiamo dimenticarci che i medici, gli infermieri e gli operatori sanitari hanno lavorato e continuano a lavorare da mesi in modo incessante contro il Covid 19, senza usufruire dei riposi giornalieri e settimanali previsti dalla normativa comunitaria e italiana.

L’emergenza sanitaria ha comportato la sospensione di numerose prestazioni sanitarie e, considerata la cronica carenza di organico è ragionevole ritenere che i medici, infermieri e operatori sanitari continueranno ad essere gravati, nei mesi a venire, di un consistente carico di lavoro.

Oltre alle misure igieniche sui luoghi di lavoro saranno altrettanto importanti le misure adottate dalle strutture sanitarie per garantire la corretta informazione e la formazione dei lavoratori circa le precauzioni da prendere per evitare l’esposizione al coronavirus e prevenire, di conseguenza, l’emersione di nuovi infortuni –malattie professionali da contagio.

Concludendo, anche se l’esposizione ad agenti biologici costituisca un rischio “noto” nelle strutture sanitaria, non si deve abbassare la guardia nel modo più assoluto; anzi, ritengo che sia quanto mai necessario procedere secondo elevati criteri di prudenza, malgrado non si sappia quale potrà essere il corso dell’evoluzione del coronavirus, dopo le stringenti misure di contenimento di questi ultimi due mesi.

Non esiste una ricetta certa…..

E’ fondamentale, tuttavia, la massima precauzione e la partecipazione attiva di tutti i protagonisti del sistema di prevenzione e protezione delineato dal D.lgs. 81/2008: datori di lavoro, medici competenti, RSSP, RLS e lavoratori; ciascuno, per quanto di competenza, è chiamato a dare il proprio contributo nella lotta contro questo nemico invisibile.
Oggi dobbiamo tutti contribuire a costruire una nuova realtà, una nuova sanità. Nell’articolo alcune mie proposte e spunti di riflessioni.

Mi piacerebbe leggere nei commenti i vostri pensieri e le vostre proposte.

 

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