Anche negli Stati Uniti si fa sempre più strada la convinzione che sia assolutamente necessario garantire un’ampia immunità legale ai medici e agli operatori sanitari per tutta la durata dell’emergenza COVID -19.
Per questo motivo, a fine marzo, il senatore Ben Sasse ha presentato un disegno di legge per tutelare gli “health care providers” dalla responsabilità civile federale, statale e locale.
L’iniziativa si aggiunge alle tutele già predisposte con il “Coronavirus Aid, Relief and Economic Security Act”, meglio noto come “CARES Act”, che riconosce l’immunità agli operatori sanitari volontari, nei casi di negligenza o di grave negligenza.
Rispetto alla legislazione nostrana, caratterizzata da un linguaggio spesso complesso e poco chiaro, il testo di legge U.S.A. va dritto al punto.
Vediamo, nel dettaglio, che cosa ha proposto il senatore Ben Sasse. Il disegno di legge ha un nome suggestivo: “Facilitating Innovation to fight Coronavirus”, in linea con la pragmaticità che contraddistingue i sistemi di common law. La legge si prefigge come scopo di proteggere gli operatori sanitari dalla responsabilità civile federale, statale e locale nei seguenti casi:
a) nel caso in cui abbiano eseguito esami su pazienti affetti da coronavirus, utilizzando dispositivi medici non ancora certificati oppure certificati per un uso diverso;
b) nel caso abbiano agito senza specializzazione o al di là della propria area di specialità, a patto di essere stati diretti da un soggetto autorizzato;
c) o, infine, nel caso in cui abbiano prestato assistenza al di fuori dei locali di una struttura sanitaria.
Come vedete il dibattito è vivo ed attuale non solo in Italia ma anche in altri Paesi… e siamo solo agli inizi.