Quando pensiamo a un blog, siamo tentati di pensare a un progetto amatoriale. A livello intuitivo, il blog ci appare infatti come un diario personale. L’unica differenza è che è pubblicato online, accessibile a chiunque. Confondiamo quindi il blog con un sito in cui il proprietario racconta di sé, della sua vita. Oppure parla di una passione che ha, di un suo hobby.
In effetti, i blog sono nati proprio così: luoghi virtuali in cui le persone potevano esprimersi liberamente. Il loro raggio d’azione si è però esteso col tempo. E così oggi esistono anche i blog aziendali, detti anche business blog. Che cosa sono? Semplicemente dei blog in cui sono le aziende – o anche i singoli professionisti – a scrivere.
Anche un medico potrebbe aprire un blog? Certo che sì. Anzi: è una scelta spesso raccomandabile. In effetti, perché lasciare che siano sempre gli altri a parlare? Non sarebbe interessante leggere anche il parere dello specialista? Soprattutto in periodi come quelli attuali, in cui chiunque si arroga il diritto d’intervenire su questioni medico scientifiche. Ecco, la voce dei “professionisti della medicina” aiuterebbe senz’altro a far chiarezza su più questioni. In certi casi, aiuterebbe addirittura a ristabilire la verità.
Ma ci sono altre ragioni per cui un medico potrebbe aprire un blog. Prima, però, terminiamo il discorso generale che abbiamo iniziato in apertura. Abbiamo detto che sempre più aziende e professionisti creano un blog. Ma i business blog funzionano? Sono cioè capaci di dare visibilità in Rete a chi li apre? Gli fanno trovare nuovi clienti?
Per rispondere a queste domande, citiamo un’indagine condotta dall’autorevole HubSpot – una società americana che produce software per fare marketing e vendere online. (Puoi trovare tutti i dati statistici della ricerca in questo post, pubblicato sul business blog – guarda caso – di HubSpot).
Dunque, i blog aperti da aziende o professionisti funzionano? Il grafico qui sotto dà una prima risposta. In ascissa è riportato il numeri di post pubblicati ogni mese. In ordinata un indice legato al traffico intercettato, cioè al numero di lettori online raggiunti. Come puoi vedere, più post vengono pubblicati sui blog e più persone si accorgono della loro esistenza e li leggono. In estrema sintesi: i blog permettono ad aziende e professionisti di ottenere visibilità, cioè di promuoversi online in modo efficace.
Ma c’è dell’altro. Il grafico più sotto è solo apparentemente uguale al precedente. In realtà, ci dà una nuova e interessante informazione. In ascissa è riportato anche qui il numero di post pubblicati ogni mese. In ordinata è invece riportato un indice rappresentativo del numero di potenziali clienti generati. (Si tratta cioè di potenziali clienti che hanno contattato l’azienda o il professionista dopo aver letto un post del suo blog). Il legame tra le due grandezze è evidente: pubblicare post sul proprio blog consente di generare un numero crescente di potenziali clienti interessati ai prodotti o servizi che si vendono.
Vogliamo riassumere? Le aziende – o i professionisti, è indifferente – hanno solo da guadagnarci dall’apertura di un blog. Magari è una cosa a cui non abbiamo mai pensato, ma in Rete ci sono già tantissime aziende che hanno aperto un blog. E questo gli ha permesso di riuscire a trovare nuovi clienti, aumentando così vendite e guadagni.
I blog funzionano anche per i singoli professionisti, dicevamo. E questo ci permette di tornare a parlare di medici e blog. Un medico è infatti un professionista. Perché mai dovrebbe avere un blog? Un primo motivo è quello a cui accennavamo in precedenza: dare un parere solido e definitivo su questioni mediche. Oggi troppi “tuttologi” dicono la loro. Taluni sono addirittura in malafede. Tutti la spacciano per la verità assoluta. Ecco, è allora bene che chi sa per davvero intervenga. È allora bene che chi sa sistemi le cose.
C’è poi una seconda ragione per cui un medico dovrebbe aprire un blog. Come abbiamo visto, i blog sono uno strumento straordinario per ottenere visibilità e clienti. Lo possono essere anche per i medici? Sì, certo.
Pensiamo a un medico che scriva post dedicati alle problematiche dei pazienti. Susciterebbe sicuramente l’attenzione di questi ultimi. In effetti, le statistiche dicono che il 96-97% degli Italiani usa Google. Lo usa anche per cercare informazioni sulle proprie malattie e su quelle dei propri cari. Quindi, nelle ricerche su Google potrebbe visualizzare il blog del medico. Il cerchio a questo punto si chiude: il paziente-lettore otterrebbe le risposte che cercava da un professionista; il medico otterrebbe visibilità, credibilità, autorevolezza.
E si sa: a chi si rivolge chi ha bisogno di acquistare una qualsiasi merce o prestazione? A chi ha saputo dimostrarsi credibile e autorevole.
Ogni giorno ci sono aziende e singoli professionisti che pubblicano post online. Quei post sono in pratica dei venditori che lavorano H24: a ogni ora del giorno e della notte intercettano potenziali clienti, li interessano, li spingono al contatto. Tutto questo vale anche per i medici.
L’errore più grosso che si possa fare è credere che i blog siano riferibili solo alla sfera privata o ludica. Non è così. Tonnellate di statistiche dimostrano il contrario. Anche in ambito medico scientifico.